Hai già visto A man on the inside su Netflix? 🍿
Sì? No? In ogni caso, sai bene che non sono qui per parlartene. Qui l’ansia conta e la Terra scompare. E sulle serie TV condivido pensieri di tanto in tanto di là, sulla Terra, nelle storie.
Qui ti parlerò solo di Didi, la ragazza in foto, che in A man on the inside è la direttrice di una residenza per anziani.
Anziani fastidiosi. Megalomani. Permalosi. Rumorosi. E Didi ce li ha tutti sul groppone, perché è responsabile del loro benessere all’interno della residenza, oltre che dei casini creati dal sempre eccezionale Ted Danson. Ed è anche responsabile della sua, personale felicità.
In certe scene - indovina un po’ - Didi ha l’ansia. Non lo dice, ma si vede. In certe scene a salvarla sono un paio di cuffie enormi con dentro il rumore del mare: quando proprio non ce la fa a tenere tutto sul groppone, Didi si distende sul pavimento e comincia ad ascoltare le onde fissando il vuoto.
Qualche giorno fa la guardavo e pensavo: voglio farlo anch’io. E in un certo senso… l’ho fatto.
Il letto al posto del pavimento, l’allerta meteo anziché il mare. In dieci minuti di maggio mi sono messa ad ascoltare la pioggia senza fare nient’altro, perché sentivo di averne bisogno. Da qualche giorno l’ansia mi stava giocando il suo scherzo peggiore, attaccandosi allo stomaco in momenti in cui davvero non poteva esserci qualcosa di cui preoccuparsi. Avevo accantonato un bel po’ di tasks (quanto fa figo scriverlo?!?) e mi ero regalata anche una mezza giornata di sole letture, passeggiate e amicizia, perché me la meritavo, perché volevo staccare il pilota automatico e perché veramente l’agenda non aveva argomenti validi. Eppure…
Da quando ho cominciato a riposarmi, m’è venuta un’ansia fortissima. Da quando ho cominciato a respirare, il respiro s’è fatto corto. Di mattina presto, per giunta. Appena sveglia. Che assurdità.
Il primo pensiero è stato “non sono neanche più capace di stare ferma”. E poi subito, a cascata…
Questa giornata sarà troppo pesante da sostenere.
Mi manca il respiro.
Tutto quello che hai fatto fa schifo.
Arriverà il momento e tu non sarai pronta.
Non - hai - tempo.
Ti dicevo che è un assurdità perché… in quegli istanti ciò che avevo era esattamente tempo. Ne avevo più del solito. Avrei potuto occuparlo con cose belle, costruttive, nuove. E invece… mi è mancato il respiro.
È durata abbastanza. All’inizio come al solito ho cercato di zittirla continuando a fare cose su cose fino a raccontarmi che no, non è che “avevo tempo”, in realtà avevo (ancora!) da fare e pure molto. Mi sono insomma raccontata che non era proprio il momento giusto per riposarsi.
Spoiler: non ha funzionato.
Piuttosto ha funzionato prendersi un pomeriggio intero per pulire e risistemare casa. Ha funzionato andare in una giocheria a caso, comprare il Cluedo di Scooby Doo (s-t-u-p-e-n-d-o) e il Trivial Pursuit di Dragon Ball. Ha funzionato giocarci la sera stessa insieme ad Antonio dopo aver mangiato un sushi imprevisto.
Ha funzionato fare tutto questo per celebrare una buona notizia che aspettavamo da tanto. È stata così buona e potente da ricordarmi di ridimensionare, di guardare il processo, il progresso. E di non accontentarmi della pioggia.
No, non ho comprato quelle cuffie, né ho cercato una playlist su Spotify che somigliasse a quella di Didi (non avrai mica pensato che le sue cuffie avessero una linea diretta con il mare?). Più semplicemente… sono andata al mare. O meglio, ci sono capitata.
Al tramonto, nei pressi di una gelateria che le recensioni ci consigliavano per via del suo ottimo caramello salato. In effetti era stra-buono e ha reso ancora più dolce l’ascolto delle onde.
Sono tornata a casa e mi sono sentita diversa. Riallineata.
Dimmi di te. Che effetto ha su di te il mare? 🌊 E le buone notizie che arrivano come un dono?
Nascondino nasce da una imperfezione condivisa che ha aiutato me e un mio amico a sentirci meglio. Se ne hai bisogno, puoi rispondere a questa e-mail e raccontarmi ciò che vuoi, così contiamo insieme. ❤️
A presto,