Vi ricordate di Buffy l’ammazzavampiri? 🧛
Io da adolescente l’ammiravo tanto. Era forte, coraggiosa e aveva amici fighi.
C’è però una cosa che non le ho mai invidiato: il suo essere un’assidua frequentatrice di cimiteri. 🪦
Perché ok i vampiri. Ok pure le streghe e i lupi mannari. Ma i cimiteri no, i cimiteri mi fanno venire i capogiri. I cimiteri mi fanno venire gli attacchi di ansia.
Lo avevo dimenticato. Me lo hanno ricordato il martellare di pensieri e cuore nei primi giorni di febbraio, quando ho varcato l’ingresso del cimitero del mio paesino d’origine.
Pensieri e cuore suonavano così:
Mi gira la testa.
Mi manca il fiato.
Bum-bum-bum.
Sento odore di fiori, acqua stagnante e morte.
Da qualche parte ci sarà un cane bagnato, proprio come quando ero alle elementari e convinsi papà a portarmi nella cripta per vedere tutte le ossa (cosa diavolo avevo in testa?)
Bum-bum-bum.
Ho paura di morire.
Ho paura di star sprecando la vita.
Su quella lapide c’è scritto che quella donna è stata una mamma e una moglie esemplare.
E io? Per cosa sarò ricordata io?
Morirò.
Chi amo, sì… chi amo mi lascerà prestissimo.
Era ansia. E stavolta non era così bugiarda.
Perché sì, è vero che i cimiteri sanno di fiori, acqua stagnante e morte; è vero che potremmo morire da un momento all’altro, e che nel frattempo potremmo star sprecando la vita; è vero anche che qualcuno ci ricorderà per qualcosa e che al momento è difficile sapere per cosa.
Sì, è vero che un giorno chi amiamo morirà.
Stavolta non c’è proprio modo di ridurre l’ansia a una bugia, stavolta è tutto così pericolosamente vicino alla vita e… alla morte.
Mi gioco perciò la carta della storia buffa. Vi racconto come ho fatto a non svenire quando ho cominciato a non sentire più le gambe. Metodo collaudatissimo, già testato in ospedale ogni volta in cui quella stessa infermiera infila l’ago nel mio braccio per il prelievo di sangue (🔔 driin driin, altro possibile topic per Nascondino!🔔).
Quando sento di star per svenire, parlo. Parlo, parlo, parlo, parlo e parlo. È il modo più efficace per sentirmi presente a me stessa. L’infermiera ormai lo sa, ha compassione e trattiene l’impulso di regalarmi un lecca-lecca quando tutto si è concluso nel migliore dei modi.
Al cimitero, invece, gli unici interlocutori disponibili erano i miei genitori, ai quali ho cominciato a fare domande-domande-domande-domande sul perché alcuni dei nostri parenti avessero deciso di essere cremati. Qualcosa non mi tornava: persone ultra-mega-iper cattolicissime avevano desiderato di tornare polvere, di dire ciao ciao a un corpo che, stando a tutto ciò che avevano creduto in vita, un giorno sarebbe risorto e avrebbe donato loro la vita eterna. Tra una lapide e l’altra ho pure controllato su Wikipedia se i cattolici approvano la cremazione. Pare di sì.
Da - non - credere.
Se non altro mi ha aiutato a sentire i piedi. E poi le gambe. E poi il resto di Raffaella.
Tornata intera (e in macchina), ho messo le cuffiette e ho cercato di imparare qualcosa. Ero appena stata in un cimitero ed ero quasi svenuta in preda a pensieri brutti: cosa potevo fare per sentirmi meglio, a parte sopravvivere vomitando parole sulla legittimità della cremazione per un cattolico?
Beh, potevo… ridimensionare le cose. Ripristinare le gerarchie. Amare e voler bene più forte. Aggrapparmi più forte alla vita.
L’ansia da cimitero mi ha fatta prima sudare freddissimo (maledetta!) e poi riflettere tantissimo sul fatto che stavo dedicando troppi pensieri a ciò che rispetto alla morte è... nulla. Veramente nulla.
E allora ho proposto ai miei di andare a mangiare un dolcino al bar. Ho bevuto un caffè americano caldo e ho ripensato ai miei abbracci preferiti. Ho ricordato a me stessa che il futuro è un’opportunità non scontata.
È durata poco come al solito, eh…
Febbraio è finito e sto di nuovo pensando al futuro come a un mostro pronto a divorarmi. Diciamo che ora che vi ho raccontato i capogiri al cimitero ho un nuovo promemoria e che anche le prossime mail di Nascondino lo saranno. Proprio come quando la mattina dobbiamo alzarci alle 7.00 e allora per non subire troppo il trauma mettiamo la sveglia alle 6.30. E poi alle 6.35. E poi alle 6.40. E così via, fino al risveglio.
E tu? Hai paura dei cimiteri?
Nascondino nasce da una imperfezione condivisa che ha aiutato me e un mio amico a sentirci meglio. Se ne hai bisogno, puoi rispondere a questa e-mail e raccontarmi ciò che vuoi, così contiamo insieme. ❤️
A presto,